La storia del fumetto di genere horror italiano tende a vedere la seminale rivista Horror del 1969 come capostipite, a citare sbrigativamente quel che accade nel quindicennio successivo e a concentrarsi poi sui fasti della seconda metà degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta. Eppure istanze, temi, archetipi e molti autori sono nati e cresciuti in quelle testate considerate sottoprodotti. Terror, Oltretomba e diverse altre testate similari sono state terreno di sperimentazione dei più disparati temi, luoghi e personaggi dal gotico alle istanze più contemporanee della paura. Personaggi come Zora, Lucifera, Sukia, Ulula, Wallestein e Yra, dal loro sottobosco hanno inserito nella narrazione diversi degli elementi che si sarebbero poi ritrovati nelle testate seguenti e considerate mainstream. Autori come Leone Frollo, Giovanni Romanini e Ferdinando Tacconi, al servizio di un editore illuminato e coraggioso come Renzo Barbieri, hanno realizzato opere che solo ora riemergono “da un periodo di arbitrario oscuramento” dovuto ai contenuti sexy (peraltro inizialmente labili quando non inesistenti) che – più di quelli orrorifici – li hanno emarginati dalla storiografia ufficiale.