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Grazie ai documenti originali e ad altre fonti d’epoca, spesso inedite, Visioni proibite ricostruisce per la prima volta in modo sistematico le vicissitudini di centinaia di pellicole cui fu negato il nulla osta della censura.
Sono stati vittime di questa normativa (per altro mai abrogata) film di Steno e Monicelli, Ophüls, Buñuel, Ferreri, Chabrol, Waters e Fassbinder, ma anche pellicole sovietiche di propaganda, documentari esotici, commedie licenziose, horror di serie B, bassa pornografia.
Spaziando dagli anni in cui Giulio Andreotti fu a capo della censura al ’68, dal diluvio di pornografia della fine degli anni ’70 a casi celebri quali Querelle e Totò che visse due volte, i due volumi che compongono l’opera presentano uno spaccato storico, politico e sociale di un Paese in cui i mutamenti epocali del costume erano accolti con malcelato fastidio e dove a occasionali slanci progressisti facevano seguito ricadute oscurantiste. Questo primo volume, che arriva fino allo «spartiacque» del ’68, è diviso in due sezioni, una di taglio storiografico, l’altra invece costituita dalle schede dettagliate di tutte le pellicole bocciate (con l’indicazione puntuale dei tagli effettuati e delle altre manipolazioni imposte dai censori).
GLI AUTORI:
Roberto Curti è redattore di «Blow Up» e collabora al Mereghetti. Per Lindau ha pubblicato Sex and Violence – Percorsi nel cinema estremo (2003, con Tommaso La Selva), Italia odia – Il cinema poliziesco italiano (2006), Stanley Kubrick. Rapina a mano armata (2007), Demoni e dei (2009) e Fantasmi d’amore (2011).
Alessio Di Rocco scrive per «Nocturno Cinema» e ha collaborato ai volumi collettivi Il lungo respiro di Brunello Rondi (a cura di Stefania Parigi e Alberto Pezzotta), Il caso Jesús Franco (a cura di Francesco Cesari), Schermi (Hard)enti (a cura di Saverio Giannatempo).