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L’Italia del dopoguerra è, tra i Paesi occidentali, il più blindato nei confronti di ogni forma di rappresentazione esplicita della sessualità. Una quarantina d’anni dopo, il Parlamento italiano accoglie tra i suoi membri la pornostar Ilona Staller. Per spiegare come si sia passati da un estremo all’altro, il volume indaga l’ipotesi che vi sia un nesso tra le politiche cattoliche di opposizione al cinema non conforme ai dettami della morale sessuale e il modo peculiare con cui si sono sviluppati i processi di sessualizzazione del cinema in Italia. La principale tesi argomentata è che sia esistita una ‘via italiana’ alla pornografia di massa, transitata per tre fasi di sviluppo: un primo periodo caratterizzato da un’eccezionale ed efficace attività di controllo, un periodo intermedio animato da un crescente conflitto tra le opposte istanze del moralismo e della liberalizzazione e un terzo periodo nel quale si consuma l’irreversibile caduta dei tabù dell’osceno.