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Cinquant’anni di cinema e un nuovo film, “Il Signor Diavolo”, che nel 2019 riconduce Pupi Avati alle sue leggendarie origini gotiche e horror. Regista tra i più personali e di più longeva creatività nella storia del cinema italiano, Avati insieme al fratello Antonio e alla loro factory ha offerto un esempio unico, nel panorama nazionale, di indipendenza produttiva saldamente mantenuta negli anni. Gli esordi eroici e dannati di “Balsamus e Thomas”, in una Bologna anni Sessanta che per un attimo si crede Hollywood sul Reno. Il rapporto con la città, che s’interrompe di colpo per non interrompersi mai, nutrito di distanza, ricordi e fantasie. La genesi del cult “La casa dalle finestre che ridono”, che nel tempo farà di Avati un punto di riferimento dell’horror internazionale. L’amorosa e crudele esplorazione della memoria personale e antropologica, che s’accende magicamente in un piccolo capolavoro come “Una gita scolastica” e prosegue fino ai risultati più alti della maturità, “ll papà di Giovanna” e “La seconda notte di nozze”. La Storia rievocata con profondità visionaria in “Magnificat”. II tempo presente e subito passato di “Impiegati”, di “Regalo di Natale” e della sua “Rivincita”. I titoli sconosciuti al grande pubblico, da riscoprire. E ancora il rapporto con la musica, prima vocazione e primo disincanto, che non abbandona mai il cinema di Avati, dall’epocale successo della serie televisiva “Jazz Band” ai film sulle figure seminali di “Bix” e del giovane Mozart di “Noi tre”… Strutturato in ampi capitoli tematici, che ci accompagnano in andate e ritorni nel tempo avatiano, il libro si chiude con l’analisi del lavoro televisivo, delle sceneggiature scritte per altri registi e dei progetti non (o non ancora) realizzati. Ogni capitolo è introdotto da uno scritto inedito di Pupi Avati.
363 p., ill., brossura |