Kurt Russell – L’eroe Anarchico Del Cinema Americano

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Kurt Russell (Springfield, 1951) è un attore dal portamento assai riconoscibile: i suoi occhi azzurri esprimono saggezza, spavalderia e incoscienza; il suo timbro vocale è profondo; il suo stile è distante sia dal Metodo Stanislavskij che dalla mimesi; il suo machismo si presenta autoironico, anche quando l’attore indossa il trucco di scena per esigenze di copione. Russell mette se stesso, corpo e anima in ogni ruolo. Imprevedibile e beffardo anche nell’esibizione muscolare, erede di nessuno, ormai Russell è perfetto nei ruoli di antieroe con quel languore nello sguardo e la mascella quadrata come un eroe fumettistico. Il sodalizio artistico con il regista  John Carpenter (1997: Fuga da New York, La cosa, Grosso guaio a Chinatown, Fuga da Los Angeles) consegna l’attore alla storia dei generi cinematografici. Fra gli altri suoi successi: Il computer con le scarpe da tennis, Silkwood, Tango & Cash, Fuoco assassino, Tombstone, Stargate, Decisione critica, Vanilla Sky, Indagini sporche, Grindhouse – A prova di morte, Fast & Furious 7, Bone Tomahawk e The Hateful Eight.

Un saggio a cura di Fabio Zanello, con contributi di: Roberto Lasagna, Rudy Salvagnini, Mario Molinari, Saverio Francesco Marzaduri, Mario A. Rumor, Fabio Cassano, Massimo Causo, Paolo A. D’andrea, Daniela Catelli, Mariolina Diana e Michele Raga, Benedetta Pallavidino, Mariangela Sansone, Marcello Perucca, Antonio Pettierre, Aurora Auteri, Davide Di Giorgio, Marco Chiani, Claudia Bertolé e Davide Magnisi. Cover di Giorgio Finamore.

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