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“Un sacco bello” (1980) segna il debutto di Carlo Verdone come regista e di un forte contributo alla commedia all’italiana in generale. Più che rinnovarla alla radice, l’attore romano punta al salvataggio di uno stile, quello del film a episodi che tanto si era distinto nei tre decenni precedenti, ed alla sua estensione ad una audience moderna. L’hippie coatto e strafottente, il playboy diretto all’est carico di collant e pennarelli, il timido perito elettronico ei suoi tanti personaggi : Verdone gioca con gli stereotipi caratteristici degli abitanti della sua città dando al metalinguaggio una persuasione capace di mutare al suo interno. Giocano a suo favore la stabilità del dialetto romanesco e la varietà della sua applicazione per fini di divertissement, la fragilità del contesto narrativo (una estate romana), premia la ricerca stilistica e la grande preparazione dell’autore in materia di recitazione, frutto di CSC e trasmissioni RAI.