I genitori di una ricca famiglia tengono sotto reclusione i tre figli, due femmine e un maschio, nella loro enorme casa isolata dal resto del mondo. Questa non è un’imposizione violenta ma una condizione forzata per farli crescere e vivere privi di qualsiasi contatto esterno, al fine di non contaminarli con ciò che sta al di fuori delle mura di casa. Essi prendono coscienza di tutto ciò e sono terrorizzati al pensiero di varcare il loro cancello: solo il padre ha il diritto di uscire dall’abitazione per svolgere il suo lavoro da imprenditore, mentre madre e figli vivono la loro vita totalmente all’interno della casa, ogni forma di comunicazione è soppressa e i ragazzi non hanno neanche un nome né sanno di doverlo avere. La famiglia vive una sorta di esistenza irreale, specie i ragazzi che sviluppano attitudini da animali domestici, hanno un linguaggio distorto e non sanno associare parole come mare o autostrada o telefonino, tutti termini il cui significato reale viene loro nascosto (essi credono che gli aeroplani siano solo dei piccoli giocattoli volanti e gli zombie siano dei piccoli fiori gialli, mentre il gatto viene descritto come una bestia feroce da cui non ci si può difendere). Non solo: il padre ha anche detto loro che un bambino è pronto per uscire di casa solamente quando un proprio dente canino cadrà e che fino ad allora i ragazzi devono rimanere in casa. Il padre, per concedere al figlio maschio di sfogare i suoi istinti sessuali, permette ad un’addetta alla security che lavora presso la sua azienda di interagire con la famiglia. Sarà proprio questa presenza esterna a sconvolgere questi maniacali equilibri.
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