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“ Quarta pagina” tratteggia con grande abilità delle possibili – chissà se mai sono state
realizzate – scene del crimine, con atmosfere hard boiled e tenebrose, alternate a cavalcate psych funk che da sempre
contraddistinguono molti dei progetti legati al genere cinematico italiano. Senza precludersi però atteggiamenti avanguardistici e
passaggi atonali che lo rendono assimilabile alle migliori pagine ‘cinematiche’ del Gruppo d’ Improvvisazione Nuova Consonanza.
I titoli, come sempre affascinanti, raccontano storie di “ Frode” , “ Pedinamento” , Rimorso” , “ Adescamento” e sottolineano
momenti topici come nel caso di “ La vittima” , “ In fuga” o “ Nel penitenziario” , mentre le indicazioni che accompagnano i
pezzi faranno impazzire i collezionisti fanatici delle sonorizzazioni. Non è poi così difficile immaginarsi situazioni di “ plenilunio
esotico, approntamento ad una azione violenta, spiritismo, rivolta alla paura, libertà del sesso, preparazione ad una rivolta” mentre
si ascoltano queste preziose undici tracce che si dividono tra “ lenti e movimentati” . E, credeteci, non serve neppure una dose di
L.S.D. (come da consiglio de “ Il covo” ), per viaggiare a ritroso fino al 1971, anno in cui è stato pubblicato per la prima volta
questo album. Un delitto da “ Quarta pagina” forse, ma un lascito sonoro che merita ampiamente il titolo a nove colonne della
prima…