Popcorn time – L’arte dei titoli di testa

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I titoli di testa come “porta” del film, soglia che fa entrare lo spettatore nella finzione vera e propria attivando il suo desiderio, suggerendo atmosfere, indicando itinerari, fornendo stimoli. I titoli di testa come “genere” e insieme espressione autoriale. L’erotico strep tease di Jane Fonda-Barbarella inventato da Maurice Binder, la Pink Panther con l’ispettor Clouseau e la coppia Freleng-De Patie, Florence Deygas & Olivier Kuntzel che inventano una contaminazione tra la grafica del maestro Saul Bass e il pulp facendo dei titoli di Prova a prendermi di Steven Spielberg una sorprendete esperienza visiva. E poi il kitsch baroccheggiante di Terry Gilliam e dei Monty Pyton, l’affascinante sequenza di Lady vendetta di Park Wook, il vecchio azzecatissimo inizio di Il buono, il brutto, il cattivo, le geniali bizzarrie di Kyle Cooper in Seven e Spider-man. E poi l’agente 007 e gli uomini neri di MIB-Men in black raccontati nei titoli creati dal grande Pablo Ferro. Titoli inseriti già nella prima sequenza della narrazione e titoli che stanno a sé, in inquadrature autonome e svincolate dalla storia. Animazioni tradizionali, computer graphic, 3D, effetti ottici, ma anche semplici disegni, fotografie accompagnati da un sonoro comunque coinvolgente.

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