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Da alcuni anni, il cinema di genere italiano degli anni Sessanta e Settanta vive una seconda giovinezza. Proliferano articoli, fanzine, ristampe in digitale di film, siti internet, rassegne ed eventi a tema dedicati alla commedia più o meno erotica dei Pierini, allo storico-mitologico dei Macisti, al western dei Sartana, allo spionistico degli agenti 077, all’avventuroso dei vari Sandokan, all’esotico di Emanuelle, alla fantascienza di serie B e soprattutto ai cosiddetti Mondi Neri, ampio sottogenere che include il gotico-horror, il giallo-thriller e il noir-poliziesco. Tali prodotti, nati spesso dalla fantasia di arguti mestieranti, riscuotono consensi popolari inimmaginabili, e così molti, da oscuri gregari, diventano oggetto di riscoperta e rinnovato interesse. Questo cinema “artigianale” beneficia di un vero e proprio valore aggiunto e spesso risolutivo: la colonna sonora musicale, frutto del lavoro di compositori, direttori d’orchestra, musicisti, solisti e strumentisti, noti e meno noti. Chi non ha provato brividi ascoltando le inquietanti note dei Goblin per Profondo Rosso di Dario Argento o non ha trattenuto il fiato sulle partiture jazz-funk di Franco Micalizzi o Stelvio Cipriani per i polizieschi di Umberto Lenzi e Stelvio Massi? Chi non ha mai sentito parlare di Piero Piccioni, Riz Ortolani, Armando Trovajoli, Piero Umiliani, Giorgio Gaslini e i premi Oscar Ennio Morricone e Luis Bacalov, per citare solo i più famosi? Anche grazie al loro contributo, l’opera di registi come Mario Bava e Riccardo Freda, Duccio Tessari e e Sergio Martino è stata sottratta a un oblio in cui la paludata e snobistica ignoranza della critica del periodo l’aveva relegata. Grandi nomi come Quentin Tarantino, John Carpenter e Brian De Palma hanno più volte confessato l’influenza ricevuta dai nostri maestri del poliziottesco e dal loro sapiente uso delle colonne sonore. Così nuda così violenta è il saggio che mancava, una vera e propria enciclopedia che colma le tante lacune documentali attraverso le recensioni di più di 200 colonne sonore raccolte nelle schede di oltre 75 compositori e le trame dei rispettivi film, con commenti e curiosità, bibliografie, filmografie, discografie, solisti ed esecutori, ma soprattutto le conversazioni con compositori, registi e sceneggiatori, proponendosi come un viaggio dentro immagini, musiche e personaggi che hanno reso tanto cult quell’irripetibile ventennio.
PP. 382
ALESSANDRO TORDINI
Marchigiano, cresciuto ascoltando musica metal e guardando film horror, si è laureato in Storia del Cinema con la tesi Musica per l’immagine: il cinema di genere italiano. Terminata la stesura del suo primo lungometraggio, L’albero nero, attualmente sta lavorando a un nuovo script.